- 22/12/2024
La visita di Asami Sensei: gli insegnamenti
La stanza del Vescovo
Quest’anno, Asami Sensei (8° Dan Kyoshi) è tornato a farci visita, sempre un’occasione enorme per macinare antiche certezze e confortevoli abitudini.
Ospitare con ricorrenza una persona autorevole riporta a quando, molti anni indietro, nelle famiglie italiane arrivava in visita uno zio prelato, magari da Roma; in alcune case c’era addirittura un locale dedicato, la "stanza del vescovo".
Ospitare è un’attività umana antica, che nella nostra epoca, dove la vita scorre davanti ad un computer, è ancora un evento a tinte forti.
Ogni volta succedono eventi inaspettati e, per certi versi, illuminanti; luoghi vicino casa, visti e spiegati ad un ospite che viene da un’altra cultura, assumono una luce diversa, con esperienze magiche di contorno.
Condividiamo il piacere e l’abitudine di una camminata quotidiana, possibilmente nella natura, così un giorno ci siamo recati sulla pista ciclabile della Valle Olona, in compagnia dell’inseparabile Jinjia, un cane che ha ricevuto il nome proprio dal Maestro.
Ichi go ichi e
Nella piazza di Solbiate Olona, di fianco alla chiesa, si può leggere la storia del Cotonificio di Solbiate, un enorme opificio con duecento anni di storia, finita nel 1992.
Mentre riassumevo i punti salienti nel mio inglese approssimativo, una signora con un deambulatore si è avvicinata.
Originaria di Reggio Calabria, prestò servizio per 25 anni nel reparto filatura; entusiasta di essere fotografata da un giapponese ci ha invitato per un caffè nel centro anziani, proprio di fronte.
Ho declinato accampando impegni e orari da rispettare, per poi rendermi conto di quante occasioni perdiamo, nel Kendo come nella vita.
Intelligenza situazionale
Negli allenamenti di quest’anno, Asami Sensei ha dedicato meno spazio alla tecnica, mentre ha frequentemente sottolineato come in situazioni diverse servano approcci diversi, a partire dalla vestizione.
Per un allenamento breve è intelligente mettere Tare e Do già negli spogliatoi, risparmiando il poco tempo a disposizione per la pratica.
L’istruttore non deve proporre sempre la medesima sequenza di esercizi, quanto considerare l’età e il livello dei presenti.
I praticanti devono cambiare approccio durante la pratica, passando dal Kyhon al Mawari-geiko, dallo Shiai al Ji geiko.
Ogni situazione prevede finalità diverse, che si riflettono nell’interpretazione dei ruoli, a partire dai Motodachi.
Quando facciamo uno Shiai, non è sensato ripetere sempre il medesimo attacco. Al contrario, quando nel Jigeiko ho di fronte un Motodachi di alto grado, è meglio approfondire la medesima tecnica, solitamente il Men, imparando a gestire il tempo e la distanza.
Unire gli opposti
Il Kendo moderno origina dalla Katana ma si fa con lo Shinai, che ha caratteristiche specifiche.
Man mano che acquisiamo fondamentali solidi possiamo introdurre modalità nuove per adattare le basi del kata alle dinamiche del kendo moderno, per affrontare anche avversari molto veloci.
Tradizione e attualità, approfondire ed innovare, osservare la realtà e introdurre cambiamenti, in fondo si tratta solamente di unire gli opposti.
Il Kendo rimane stimolante e coinvolgente se intraprendiamo una ricerca personale, se ci assumiamo la responsabilità di crescere.
Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alle pratiche di quest’anno.
A cura di Luigi Rigolio, Responsabile Tecnico del Kenzan Dojo (6° Dan Kendo e 5° Dan Jodo)